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Ginecologia a Cava de Tirreni

Ginecologia

La ginecologia è una branca della medicina che si occupa talvolta della fisiologia, ma soprattutto della patologia inerenti all’apparato genitale femminile. È il corrispettivo dell’andrologia, la scienza che si occupa invece della fisiologia e delle disfunzioni dell’apparato riproduttore e urogenitale maschile.

Visita Ginecologica
La visita ginecologica serve per valutare lo stato di normalità dell’apparato genitale femminile ed escludere la presenza di patologie.
È utile sottoporsi periodicamente alla visita ginecologica e al Pap test (meglio ogni 1 o 2 anni).

La diagnosi precoce di patologie come il tumore all’utero, i fibromi o l’endometriosi, migliora la possibilità di cura.

PapTest/Genotipizzazione HPV
Test HPV – HPV DNA Test

PAP-test positivo: le cellule prelevate dal collo dell’utero della paziente presentano anomalie microscopiche riconducibili all’effetto citopatologico del virus → la paziente presenta un maggior rischio di sviluppare neoplasie della cervice uterina → necessità di ulteriori indagini diagnostiche (HPV test, colposcopia, biopsia) per individuare eventuali lesioni tumorali, ed instaurare in caso di positività un adeguato programma terapeutico o di follow-up
HPV test positivo: nelle cellule prelevate dal collo dell’utero della paziente è stato identificato materiale genico del papilloma virus, elemento suggestivo di una infezione virale in corso → la paziente è considerata a rischio → necessità di valutazione citologica ed eventuali ulteriori indagini diagnostiche
Nelle donne giovani si registra il maggior numero di casi di positività al pap-test e all’HPV DNA test, tuttavia gran parte della popolazione supera naturalmente l’infezione senza conseguenze di alcun tipo
L’incidenza dell’infezione, quindi la positività ai test, decresce con l’età; tuttavia, col passare del tempo aumenta sensibilmente il rischio associato ad un risultato positivo, specie in caso di infezione persistente da ceppi di HPV ad alto rischio oncogeno (per sapere se l’infezione è stata contratta recentemente, quindi con possibilità di regressione, o persiste da tempo è fondamentale il monitoraggio periodico) → ulteriore conferma dell’importanza di sottoporsi a questi esami a partire dai 21/25 anni.

Patologie Vulvare
La vulvologia è una branca multidisciplinare, d’ambito ginecologico, dermatologico e psicosessuologico, che riesce ad unire con un unico approccio le diverse competenze specialistiche. I disturbi più comunemente osservati sono riassumibili in malattia a componente organica come il lichen sclerotrofico, altre dermatosi vulvari (psoriasi, allergie) o malattie sessualmente trasmissibili come herpes o altre lesioni virali (condilomi). Dall’altro lato è molto frequente osservare casi di patologie psico-condizionate come neurodermiti (lichen simplex), vulvodinie, che rappresentano un’elevata percentuale. I disturbi, più o meno esplicitati, vanno dal prurito al dolore vulvare, dalla dispareunia (rapporti sessuali dolorosi) alla cistite post-coitale ricorrente, tutti in grado di determinare delle significative ripercussioni nella vita sessuale e relazionale.

Patologia Endometriale
L’endometriosi è una malattia progressiva in cui alcune cellule della mucosa uterina interna (endometrio) si impiantano fuori dall’utero creando focolai endometriosici nel basso ventre e, più raramente, in altri organi.

Queste cosiddette isole, generate dallo sviluppo anomalo di tessuto con le stesse proprietà dell’endometrio in sedi diverse dalla superficie della cavità uterina, reagiscono alla stimolazione ormonale del ciclo mestruale andando incontro alle stesse modificazioni cicliche della mucosa uterina, nonostante si trovino in sedi diverse della cavità addominale, quali le tube, il legamento rotondo, muscolo retto dell’addome, l’ombelico, legamento utero sacrale e il setto retto vaginale.

Al momento delle mestruazioni, perciò, anche in queste isole si verificano la fase proliferativa sotto l’influsso degli estrogeni e la fase secretiva sotto l’influsso del progesterone, con annesse emorragie. Il sangue tuttavia resta chiuso all’interno del tessuto stesso e ciò ne spiega il carattere doloroso. Essendo il fenomeno a cadenza ciclica, come la stessa mestruazione, l’isolotto si trasforma gradatamente in una cisti, che aumenta nel tempo di volume.

L’endometriosi colpisce le donne in età fertile e raggiunge la massima diffusione tra i 30-35 anni, anche se può colpire le donne sia dalla prima mestruazione (menarca) sia, eccezionalmente, nell’infanzia.
Si stima che nel mondo sono 150.000.000 le donne colpite da tale condizione morbosa; 14.000.000 di donne in Europa. In Italia è affetta da endometriosi più del 50% delle donne nella fascia di età 29-39 anni e lo 0.4% delle adolescenti.

L’endometriosi può essere interna o esterna. Si parla di endometriosi interna o adenomiosi se il tessuto endometriale è incluso nella muscolatura dell’utero. In questo caso, i noduli sono annidati tra fasci muscolari e solitamente non raggiungono grandi dimensioni. Più spesso si trovano in corrispondenza del fondo dell’utero o della sua parte posteriore e possono essere tanto numerosi da deformare l’organo.
Si definisce endometriosi esterna, invece, quando il tessuto si trova sul peritoneo pelvico o negli altri organi pelvici. In questi casi, circa l’80%, l’edometriosi interessa l’ovaio, le tube, il peritoneo e i legamenti pelvici.
Localizzazioni più rare sono quelle a livelli del collo dell’utero, dell’intestino, della vescica e dei polmoni.

Le cause di questa patologia non sono tuttora ben definite, anche se non si escludono alterazioni del sistema immunitario, la familiarità genetica e cause ambientali, come la presenza di inquinanti nell’ambiente e nei cibi che consumiamo quotidianamente. Mentre è più difficile spiegare la comparsa di isole di endometrio nello spessore della muscolatura uterina, è più facile giustificare la presenza nelle altre sedi. E’ possibile, infatti, che frammenti di endometrio, staccatisi al momento della mestruazione, anziché essere eliminati attraverso la canale cervicale, vengono sospinti verso la cavità peritoneale. Una volta impiantatisi conservano la loro capacità di reagire agli stimoli ormonali.

A volte l’endometriosi è asintomatica, più spesso determina disturbi di vario tipo, caratterizzati essenzialmente da dolori addominali pelvici che si manifestano durante la mestruazione e l’ovulazione. Tra i possibili sintomi rientrano anche: dololre durante i rapporti sessuali, dolori addominali e lombari, alterazione dell’alvo con disturbi durante l’evacuazione, addome gonfio e astenia. La sintomatologia inizia alcuni giorni prima del flusso mestruale e tende ad accentuarsi durante questo e soprattutto alla fine della mestruazione.

In un elevato numero di casi l’endometriosi è accompagnata dalla sterilità, circa nel 30% dei casi, tanto che, ad oggi, la malattia è una delle prime tre cause di sterilità femminile.
Una diagnosi tempestiva e accurata, tuttavia, permette al medico di definire meglio la natura della patologia e di impostare un corretto trattamento.

Isteroscopia diagnostica ed interventistica
L’isteroscopia è una tecnica che permette di ‘vedere’ all’interno della cavità uterina, attraverso uno strumento chiamato isteroscopio. Questo è un tubo rigido e sottile (diametro = 4-5 mm) dotato di fibre ottiche, attraverso le quali viaggia la luce, che viene introdotto all’interno dell’utero, attraverso la vagina. E’ possibile l’esecuzione di interventi chirurgici, utilizzando strumenti miniaturizzati, connessi all’isteroscopio.

L’isteroscopia diagnostica è indicata soprattutto in due casi: sanguinamento uterino anormale, soprattutto nel periodo perimenopausale, per evidenziarne la causa comeiperplasia endometriale, polipo endometriale (vedi immagine a lato), mioma sottomucoso o carcinomaendometriale; infertilità, per ricercarne la causa come aderenze intrauterine o malformazioni uterine.

Una biopsia dell’endometrio, in pratica un prelievo di una piccola parte di mucosa per l’esame istologico, è sempre indicata.

L’isteroscopia operatoria, invece, trova applicazione alla presenza di: aderenze intrauterine; malformazioni uterine, come il setto uterino; polipi endometriali; fibromi uterinisottomucosi; corpi estranei intrauterini, come la spirale il cui filamento sia risalito all’interno della cavità uterina; sanguinamenti uterini anomali resistenti alla terapia medica (in tal caso si esegue l’ablazione dell’endometrio).

Endoscopia operativa ginecologica
L’isteroscopia diagnostica è un esame ambulatoriale, utilizzato per lo studio della cavità uterina, la cui finalità è quella di scoprire le cause del sanguinamento uterino anomalo (mestruazioni abbondanti, perdite di sangue intermestruali, perdite di sangue in menopausa) e per dirimere il sospetto di un’anomalia (endometrio spesso all’ecografia, in presenza di fibromi uterini e nei casi di sterilità o di poliabortività).
L’isteroscopia operativa è una procedura eseguita in sala operatoria ed è la via attualmente più usata per correggere anomalie della cavità uterina (setti, aderenze, residui placentari) o per asportare polipi o fibromi che si sviluppano all’interno dell’utero, o per ridurre il sanguinamento uterino mediante l’asportazione dell’endometrio (il rivestimento interno dell’utero).
Questa procedura viene solitamente eseguita in anestesia generale, con un ricovero di 1 solo giorno ( day surgery ).
La laparoscopia operativa è la metodica d’intervento più attuale per eseguire quegli interventi che in passato erano eseguiti mediante l’apertura della parete addominale.
E’ una procedura eseguita in sala operatoria, in anestesia generale.
Il vantaggio di questa modalità chirurgica è la bassa invasività: gli interventi vengono eseguiti attraverso piccole incisioni cutanee che rendono meno doloroso il decorso post-operatorio e più rapida la ripresa delle normali attività della vita familiare e lavorativa.

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